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Reputation Today n° 28 - marzo 2021


EDITORIALE - "La pandemia finirà ma il futuro dipende da noi" - Giuseppe de Paoli

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Il buio, il vuoto, il nulla: sono metafore di una dimensione ancestrale in cui la vita rinasce.
Se si accoglie il vuoto gli addii sono fonte di progresso, di rinascita, di nuove occasioni di vita. Se rimpiangiamo ci tormenteremo per anni. Sì, bisogna toccare il fondo per ritornare a vivere.
(R. Morelli)

Questo numero di Reputation Today esce in coincidenza con l’arrivo della primavera, tradizionalmente la festa della rinascita, che celebra la possibilità, o persino il “dovere”, di rigenerarsi e rimettersi in gioco: rinascere appunto.

Certo sono tempi strani – di incertezza, ansia, paura – ma dobbiamo mantenere un varco aperto per la speranza come sembra suggerire la Natura con il suo ciclo delle stagioni che si rinnovano continuamente. È la stessa Natura che abbiamo trascurato, offeso, devastato, alterato nei suoi equilibri.

La grande bellezza del Creato, pur con le sue asperità, la green economy, l’innovazione, la crescente digitalizzazione del Paese sono alcuni degli argomenti trattati in questo numero. Ermete Realacci, presidente di Symbola, associazione che unisce personalità del mondo scientifico, accademico, istituzionale, associativo e imprenditoriale, invita a condividere le priorità indicate dall’Euro attraverso il Next Generation Eu. Coesione, inclusione, transizione verde, dice l'ambientalista, sono “obiettivi del tutto validi anche per il nostro Paese”.

Luciana Delfini ripercorre e illustra i passi che hanno portato all’agenda 2030, nata con l’obiettivo di creare un modello economico inclusivo e sostenibile che metta al centro l’essere umano e non il profitto.

Isabella Corradini ci ricorda come sia necessario dare risposte esaurienti, anche sul fronte della salute, alle sfide poste dal mondo del lavoro che cambia, visto che il benessere dell’individuo sarà sempre più determinato dalla sua relazione con le tecnologie.

Legato alla digitalizzazione il tema dell’educazione in ambito scolastico che, con Francesco Lacchia, viene affrontato attraverso la prospettiva del progetto Programma il Futuro.

Affrontiamo questi temi con ottica propositiva e l’invito a guardare avanti. La pandemia in qualche modo finirà, o sarà sotto il controllo umano, come è successo per la Sars, l’Aids e altre epidemie, lasciandoci, probabilmente, più fragili e impauriti. Nulla sarà più come prima, certamente, ma se cambierà positivamente o meno questo dipenderà soprattutto da noi.

Se sapremo cambiare rotta, se sceglieremo una economia a misura d’uomo, che rispetta l’Ambiente, garantisce i diritti delle persone e sa essere inclusiva, abbiamo buone chances di uscirne bene.

Il momento, per ceri versi, è paradossalmente favorevole dato che l’Europa, mostrando una visione strategica nuova, ha ribadito con forza l’impegno di rinnovamento assunto con il progetto green deal ed è stata prontamente seguita da altre nazioni che hanno annunciato un deciso intervento per supportare e rilanciare l’economia sostenibile.

Nel nostro Paese la guida di Draghi, persona di grande autorevolezza, potrebbe essere determinante per gli obiettivi di inclusione, innovazione, green economy fissati dall’Ue.

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NEWS

VITA SUPERNOVA – IN ONORE DI DANTE ALIGHIERI
La 33esima edizione del Salone del Libro di Torino si svolgerà in autunno dal 14 al 18 ottobre 2021 al Lingotto Fiere e sarà in presenza, salvo diverse disposizioni legate all'evolversi della situazione sanitaria. Questa edizione cadrà nel settecentesimo anniversario di Dante Alighieri e da lui prende spunto il tema prescelto “Vita Supernova”. Al Salone si arriverà con un calendario fitto di appuntamenti, che già da questa primavera vedrà coinvolte diverse città, creando reti tra storici Festival dedicati alla letteratura in Italia. A maggio, dal 21 al 23, si uniranno tre Festival in altrettante città, per dar vita a un Festival diffuso: a Torino ci sarà Portici di Carta, mentre a Roma ci sarà Libri Come – Festival del Libro e della Lettura che, come di consueto, si svolgerà all’Auditorium Parco della Musica. Infine a Bari si inaugurerà una nuova manifestazione, Lungomare di Libri, promossa dal Comune di Bari e dalla Regione Puglia in collaborazione con l’Associazione Presìdi del Libro. L’iniziativa vedrà un programma condiviso e rappresenta una preziosa occasione per fare rete intorno al libro e alla lettura, e più in genere intorno alla cultura, così da affrontare insieme e con positività un futuro ancora incerto.
Fonte: https://www.salonelibro.it

IL GIRO D’ITALIA DELLA CSR
Anche quest’anno il Salone della CSR ha accesso i suoi riflettori sul tema della Responsabilità Sociale d’Impresa con un calendario di appuntamenti nelle principali città italiane. Il Giro d’Italia della CSR è infatti partito da Torino a gennaio 2021, toccando Milano, Como, Udine, Messina e Bari, per poi proseguire fino a giungo 2021 con Ivrea, Treviso, Bologna, Verona, Padova, Trento, Roma, Napoli e Genova, con una diretta streaming degli appuntamenti. Accanto a questo programma di viaggio, previsti appuntamenti extra, con ulteriori approfondimenti, pillole, webinar, interviste e presentazioni di libri, con l’obiettivo di mantenere sempre alta l’attenzione sul tema. Il ciclo di incontri culminerà nell’ottobre del 2021, mese in cui si svolgeranno i due giorni di appuntamenti del Salone, previsti per il 12 e 13 ottobre. Il titolo di questa nona edizione sarà “Rinascere Sostenibili” e si propone di mettere al centro i giovani e i territori, insieme alle organizzazioni responsabili, per comprendere il presente, leggere il cambiamento e rilanciare nuovi propositi di trasformazione.
Fonte: http://www.csreinnovazionesociale.it/salone/cos-e/

C'È BISOGNO DI INNOVAZIONE NEL TERZO SETTORE
Lo scorso 18 febbraio è stato presentato il rapporto curato da Fondazione Italia Sociale, Deloitte Private e TechSoup Italia dal titolo “La domanda di innovazione del Terzo settore”. La ricerca, condotta online, ha avuto l’obiettivo di rilevare il coinvolgimento reale degli enti no profit nell’innovazione sociale e verificare i bisogni di innovazione in questa fase di transizione. L’esigenza di innovazione che emerge dalla ricerca è molto alta, con il 96% degli enti intervistati che dichiara una grande necessità di innovare. Il 73% degli enti ha lanciato almeno un’iniziativa per innovare negli ultimi 5 anni, mentre oltre il 60% afferma di incontrare diverse resistenze rispetto all’innovazione, sia interne che esterne, riconoscendo nella Pubblica Amministrazione il freno esterno maggiore. Gli enti che dichiarano di non investire nell’innovazione rintracciano i principali ostacoli nella scarsa disponibilità di risorse economiche e finanziarie (il 64%) e nella mancanza di personale con competenze specifiche da impiegare (34%).
Fonte: https://fondazioneitaliasociale.org/rassegna-stampa/innovazione-e-terzo-settore-un-rapporto-su-cui-lavorare/

VERSO L'ECONOMIA CIRCOLARE
Per valutare la sensibilità del nostro Paese rispetto all'economia circolare, l’Energy&Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano ha realizzato un’indagine i cui dati sono stati presentati nella prima edizione del Circular Economy Report 2020. L’analisi ha riguardato oltre 150 imprese provenienti da 4 grandi settori industriali, tra cui quello delle costruzioni, l’automotive, l’impiantistica industriale e il settore del recupero e smaltimento di rifiuti biologici e della gestione di impianti per la produzione di energia elettrica attraverso biomasse. Quest’ultimo appare il settore più attivo sul tema dell’economia circolare. Ciò che emerge è che il 62% del campione di aziende intervistate ha avviato almeno una pratica di economia circolare, mentre il 10% ha supportato altre imprese in tali iniziative; un 14% si ripromette di avviare nei prossimi 3 anni almeno una pratica di economia circolare. Dall’analisi emerge anche che il 24% delle aziende coinvolte dalla ricerca si dichiara del tutto indifferente al tema.
Fonte: https://www.energystrategy.it/report/circular-economy.html

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L’INTERVISTA - "Inclusione, Green economy, Innovazione. Tre obiettivi per l’Italia del Futuro" - Intervista a Ermete Realacci, Presidente di Symbola - A cura di Giuseppe de Paoli

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Ermete Realacci ha guidato, fin dall’esordio nel 1987, l’associazione Legambiente di cui è tuttora presidente onorario. Ha promosso e presiede Symbola la Fondazione composta da esponenti del mondo scientifico, culturale e imprenditoriale che operano per migliorare e far crescere l’Italia di Qualità.
È stato presidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati. Con lui facciamo il punto sulla situazione del Paese oggi e sui passi necessari per uscire dalla crisi.

Il governo Draghi ha annunciato che una economia ambientalmente e socialmente sostenibile è tra le priorità del Paese. Lei quali provvedimenti si aspetta?

Ora la priorità è utilizzare al meglio il recovery e far ripartire l’economia su basi nuove. Va detto che, per un insieme di concause, che non erano scontate, l’Europa sembra avere imboccato la strada giusta. Ha fatto una scelta impegnativa che indica chiaramente la direzione in cui andare.
Un’altra Ue da quella che Papa Francesco – in un discorso tenuto a Strasburgo nel 2014 – aveva definito in modo durissimo “vecchia e stanca’’, paragonandola addirittura ad una nonna sterile. La sensazione generale all’epoca era di una Europa in stand by. Poi per un insieme di concause, che non erano affatto scontate, anzi, l’UE ha cambiato passo.
In primis c’è stato il trauma della Brexit che è stato utile perché ha dato una scossa: forse la presenza della Gran Bretagna in Europa, almeno in questa fase, non avrebbe permesso l’accelerazione su ambiente e innovazione, che invece era necessaria. C’è stato il Cambio alla guida della Commissione, carica affidata a Ursula Von der Leyen che, già prima della Pandemia, aveva annunciato una serie di provvedimenti importanti e aveva assunto, con grande determinazione, l’obiettivo della Transizione verde e il contrasto della crisi climatica, come uno dei pilastri della politica Ue.
Infine l’emergenza Pandemica di fronte alla quale l’Ue ha indicato le tre priorità che sono valide anche per l’Italia e cioè la coesione-inclusione (nella quale rientra anche il discorso sanità), la transizione verde, il digitale e l’Innovazione. Su questi obiettivi l’Ue ha investito molte risorse.
La Von der Leyen, Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Gentiloni e altri commissari, oltre ad avere indicato queste priorità, hanno ribadito che alla transizione verde va destinato almeno il 37% delle risorse, anche se in realtà l’Ue ha già destinato a questo impegno altre risorse disponibili.

L’Ue quindi ha capito che questo è il terreno per rilanciare l’economia, l’economia del Futuro...

Mi viene in mente il famoso discorso di Kennedy, nel ’62, quando annunciò che gli americani sarebbero andati sulla Luna entro un decennio e molti pensarono che fosse impossibile. Invece sono state mobilitate risorse, economiche, tecnologiche e, altrettanto importante, la grinta, il carattere, l’orgoglio degli americani, che infatti arrivarono sulla Luna prima della fine del decennio.
Ecco, la sfida climatica ha queste caratteristiche. Non a caso la scelta dell’Ue di puntare, già nel 2030 alla drastica riduzione delle c02 e all’azzeramento delle stesse entro il 2050, scelta molto impegnativa, è stata condivisa poi anche da Giappone, Corea, Cina (che ha individuato come data il 2060) e ci sono anche le dichiarazioni d’impegno di Biden.
La Ue ha una grande partita in corso e l’Italia in questa situazione ha molto da dire. Molte imprese nostrane, infatti, hanno scelto di orientare la propria produzione nel senso ambientale (fonti rinnovabili, risparmio energetico, riutilizzo dei materiali) e il fenomeno è in crescita.

E sono le imprese che, secondo il rapporto “GreenItaly” (https://www.symbola.net/live/evento-greenitaly-2020/) curato da Symbola e UnionCamere, hanno retto meglio il peso della Pandemia.

È così: 432 mila imprese italiane negli ultimi cinque anni hanno investito sul green economy. Tra le imprese che hanno effettuato investimenti per la sostenibilità, il 16% è riuscito ad aumentare il proprio fatturato, contro il 9% delle imprese non green.

In questa situazione l’arrivo di Draghi cosa cambierà?

Draghi, europeista da sempre, è un bene per il Paese. In occasione del suo insediamento ha fatto un discorso eccellente e inclusivo. Ha delineato la sfida in corso per l’ambiente e per una nuova economia, argomenti per lui all’ordine del giorno ma non per una parte della classe politica italiana.
Tanto è vero che abbiamo trattato il recovery come fosse un fondo di bilancio, pagato dall’Ue, formulando richieste da tutte le parti, magari anche giuste, ma che non c’entrano nulla con un disegno strategico di contrasto alla Pandemia e di rilancio dell’economia.
Per il suo piano l’Europa ha destinato risorse molto importanti (750 mld di euro) e di queste maggior beneficiario è l’Italia con 209 mld.
Però dovremo essere in grado di rispettare le regole e i tempi indicati che sono molto stringenti: sostanzialmente i progetti devono iniziare entro due anni dallo stanziamento e finire entro sei.
Se pensiamo che per avere il permesso di un impianto eolico in Italia ci vogliono cinque anni, ammesso che lo concedano, capiamo bene che non sarà una passeggiata.

Symbola è da tempo in primo piano nella difesa dell’Ambiente anche grazie alla legge per la valorizzazione e la tutela dei piccoli comuni (158/2017) da lei promossa. Quali sono i punti chiave di questa legge e quali effetti ha prodotto fino ad ora?

È una legge per semplificare il recupero dei centri storici in abbandono, salvaguardare il territorio, mettere in sicurezza strade e scuole, valorizzare il patrimonio edilizio pubblico e le attività produttive locali, artigianali e non, digitalizzare i piccoli comuni
Al momento sono stati identificati 5.518 piccoli comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti, che rientrano nelle tipologie previste dalla legge e potranno così beneficiare dei finanziamenti. I soldi purtroppo sono limitati, parliamo di 160 milioni di euro complessivi, ma i presupposti della proposta di legge sono validi oggi come allora. L’impegno per i borghi è anche impegno per un’economia più a misura d’uomo.

E per le grandi aree urbane, che producono oltre il 75% delle emissioni globali di CO2 quali interventi proporre?

Le città del futuro dovranno essere sostenibili, dobbiamo investire, anche attraverso il Recovery Plan, coniugando innovazione e tradizione, nuove tecnologie e legame con i territori.
Dobbiamo promuovere attività economiche alternative, sostenibili, proprio a partire dalle città, alleggerendo il traffico: perché sono le città stesse il principale spazio dove intervenire per mitigare gli effetti negativi del cambiamento climatico.

Pensiamo ad un uso nuovo del territorio, con il fine della sostenibilità, certo, ma anche come promotore di attività economiche alternative, per esempio il turismo culturale. Inclusione, verde, innovazione rimangono le parole chiave anche per le città. Le risorse ci sono, evitiamo di non spendere o di spendere male.

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DIRITTI UMANI E LAVORO - "AGENDA 2030. La Road Map per i prossimi anni" - Luciana Delfini

unnamedAs we embark on this collective journey,
we pledge that no one will be left behind.
(Preambolo Agenda 2030)

L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, considerata universalmente la road map da seguire per i prossimi anni, è “universale, trasformativa e integrata che preannunzia una svolta epocale per il nostro mondo: l’agenda delle persone, un piano d’azione per eliminare la povertà in tutte le sue dimensioni, in modo irreversibile, dovunque, non lasciando indietro nessuno” (Discorso del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon il 25 settembre 2015).

Adottata dalla comunità internazionale con la firma di 193 stati membri il 25 settembre 2015, con l’intento di fissare le policy globali per il periodo 2015-2030, l’Agenda si compone di 17 goal per lo sviluppo sostenibile – Sustainable Development Goals (SDGs) – di 169 sotto obiettivi e di 230 indicatori globali.
Con l’Agenda 2030 le Nazioni Unite hanno voluto adottare strategie molto sinergiche prevedendo la via della cooperazione multilaterale tra governi, imprese, organizzazioni non governative, mondo accademico, istituzioni scientifiche internazionali.
Gli SDG sono, infatti, completi, complessi e integrati proprio in virtù della partecipazione di tutti gli stakeholder.

Caratteristiche dei Sustainable Development Goals

• universalità
tutte le nazioni devono agire
• inclusività
garantire il principio "Leave no one behind"
• partecipazione
tutti gli stakeholder devono avere un truolo
• integrazione
impegnarsi per la società e per l'ambiente
• trasparenza
rispettare le regolamentazioni ed implementarle

Il concetto stesso di sviluppo sostenibile ha assunto una dimensione più ampia avendo aggiunto agli elementi tradizionalmente ad esso associati –inclusione sociale, crescita economica e protezione dell’ambiente – quelli legati alla pace e alle partnership.

Nell’architettura dell’Agenda 2030, l’universalità è un pilastro fondamentale la cui concretizzazione è racchiusa nell’affermazione “non lasciare nessuno indietro”.
Occorre ripensare un modello economico inclusivo e sostenibile capace di coinvolgere tutti gli attori globali per ricostruire nuovi sistemi più sicuri, più equi e più resilienti di quelli in uso.
Mettere al centro l’essere umano e non il profitto, promuovendo modelli di gestione di relazioni economiche, interne ed esterne alle imprese, che prevedono la scelta di una dimensione etica.
E ciò è possibile solo con lo sviluppo e il corretto utilizzo del potenziale lavorativo di entrambi i sessi.
Il tema dell’occupazione femminile dovrebbe essere tra le priorità di ogni strategia politica e di business con il risultato di aumentare dell’efficienza delle risorse impegnate, incremento che è strettamente connesso alla crescita dei livelli di benessere economico e inclusivo.
È di tutta evidenza, dunque, l’importanza del combinato disposto del goal 5 “Raggiungere l’uguaglianza di genere e responsabilizzare tutte le donne e le ragazze” con il goal 8 “Lavoro dignitoso e crescita economica”.
Tutto torna: lavoro dignitoso per tutti non solo come obiettivo, ma anche come motore per lo sviluppo futuro.
“Tuttavia, i ruoli e le relazioni di genere non sono fissi; si evolvono in base alle circostanze. Per far progredire gli SDG e raggiungere l’Agenda 2030, la disuguaglianza di genere deve essere portata in primo piano nei programmi e nelle analisi. Un progresso più rapido in tutti gli SDGs dipenderà in gran parte dall’integrazione completa delle dimensioni di genere nelle politiche pubbliche (UNSDG, Gender Equality & Women’s Empowerment, UN 2021).
Per aggiungere valore alla visione per l’Agenda 2030 e agli SDGs sarà necessario identificare le azioni prioritarie, i driver e i cambiamenti strutturali per realizzare un’equa distribuzione delle risorse e ridefinire il ruolo e il posizionamento delle donne anche con uno sforzo politicamente complesso.
Una crescita economica sostenuta e inclusiva può guidare il progresso, creare posti di lavoro dignitosi per tutti e migliorare gli standard di vita. Sono essenziali politiche ambiziose che riescano a trasformare le norme e le relazioni di genere nella società e sul lavoro, e quindi ad affrontare la disuguaglianza strutturale.
A tutt’oggi la piena parità tra donne e uomini sul posto di lavoro, ma non solo, non è ancora garantita nonostante nonostante i progressi generali compiuti finora.
Tra il 2019 e il 2020, purtroppo, abbiamo aggiunto 55 anni alla linea temporale da percorrere per colmare il divario di genere nella parità economica e si stima che il raggiungimento dell’equità economica tra i sessi avverrà tra 257 anni.
Se crediamo veramente che l’equità di genere sia la chiave del successo globale e dell’Agenda 2030 – ed i dati confermano questa conclusione – questo è il momento di cambiare paradigma, fare un passo avanti e stabilire nuovi modelli più inclusivi.

Per approfondire:
Luciana Delfini, Responsabilità sociale d’impresa e diritti umani: le sfide future verso la creazione di valori condivisi, in Isabella Corradini (a cura di), Diritti umani, tecnologie e responsabilità sociale. Fondamenti per la reputazione aziendale, Franco Angeli, Milano 2020

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SALUTE E SICUREZZA - "Le sfide per il benessere nell’era della digitalizzazione" - Isabella Corradini

EU-OSHA

 

L’innovazione tecnologica è ormai una costante del nostro vivere quotidiano. Ne abbiamo avuto consapevolezza soprattutto nella fase di sviluppo della pandemia, che ha costretto tutti a far ricorso a piattaforme e dispositivi per assicurare la continuità lavorativa e il mantenimento dei contatti sociali. Ne è derivato un concetto di luogo di lavoro completamente trasformato, passando dalla dimensione fisica e circoscritta a quella più estesa del digitale.

Da tempo le tecnologie informatiche sono entrate prepotentemente nelle nostre vite, ed ora è sempre più evidente che difficilmente potremo rinunciarci. Tanto da essere coscienti del fatto che il lavoro da remoto, il cosiddetto lavoro agile (smart working) sarà sempre più utilizzato da molte organizzazioni anche nella fase post pandemia.

Se indietro non si torna, il futuro avanza e vede crescere gli investimenti in tecnologie sempre più dirompenti, come sistemi di intelligenza artificiale, automazione, robotica. Tuttavia, a fronte di questo processo inarrestabile che fa intravedere meraviglie della scienza e della tecnica, non bisogna abbassare la guardia sulle conseguenze dal punto di vista umano, perché anche i rischi per la salute e la sicurezza si evolvono e non devono essere ignorati. L’informazione e l’aggiornamento su questi temi è fondamentale per mettere in atto strategie efficaci di prevenzione, sia a livello individuale che organizzativo.

Da questo punto di vista un autorevole punto di riferimento è rappresentato dall’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro (EU-OSHA), che attiva campagne mirate a favorire lo sviluppo di luoghi di lavoro sani e sicuri, promuovendo svariate attività di sensibilizzazione su specifici temi della salute e della sicurezza. Destinatari sono principalmente datori di lavoro e lavoratori in tutta Europa, ai quali sono offerti strumenti pratici e aggiornati e in multilingua per la prevenzione.
In questo articolo si vuole sottolineare l’importanza di due argomenti affrontati nelle campagne EU-OSHA, che si arricchiscono di nuovi spunti di riflessione alla luce dell’attuale modalità lavorativa del lavoro agile: i disturbi muscolo scheletrici e lo stress lavoro-correlato.
Nel corso degli anni, la stessa Agenzia ha evidenziato come i disturbi muscolo scheletrici e lo stress siano annoverati tra le principali patologie del mondo del lavoro.

Cominciamo col dire che l’attuale campagna EU-OSHA 2020-2022 “Ambienti di lavoro sani e sicuri. Alleggeriamo il carico!” è focalizzata sulla prevenzione dei disturbi muscolo-scheletrici (DMS), considerati uno dei disturbi comuni più diffusi in milioni di lavoratori in Europa. Tra i sintomi più evidenti si annoverano la rigidità ed il fastidio agli arti superiori, al collo e alla schiena, nonché agli arti inferiori; a partire da una forma lieve possono svilupparsi patologie ben più gravi e invalidanti.
Il tema dei DSM è molto ampio e articolato, dal momento che diverse sono le cause a determinarli nel corso del tempo.
Vanno, infatti, considerati fattori di rischio fisico e biomeccanico (es. movimenti ripetitivi, rimanere seduti o in piedi nella stessa posizione), così come fattori di rischio individuale (es. stile di vita e abitudini) e fattori di rischio organizzativo – come il carico e l’orario di lavoro, l’autonomia nello svolgimento delle proprie attività – e quella di natura psicosociale, quali ad esempio aggressioni e molestie.

L’analisi di tali fattori alla luce del lavoro agile e della digitalizzazione è già una priorità per la campagna. Se è vero infatti che la flessibilità e l’uso delle tecnologie rappresentano il punto di forza del lavoro da remoto, non è tutto oro quello che luccica, e gli effetti del lavoro agile, in positivo e negativo, rappresentano un importante oggetto di studio per i prossimi anni a venire. Relativamente ai disturbi muscolo-scheletrici, va da sé che la postura assunta, magari in postazioni spesso improvvisate nel salotto di casa usando uno smartphone o un tablet, è un argomento che attiene alla salute e alla sicurezza del lavoro, connesso anche alla digitalizzazione. La necessità di migliorare l’ergonomia nello svolgimento del lavoro da casa trova risposta nelle buone pratiche che diversi paesi stanno elaborando, come quella ad esempio prodotta da Health and Safety Executive nel Regno Unito.

Non va poi trascurato il tema dello stress lavoro-correlato al quale la stessa EU-OSHA aveva dedicato nel biennio 2014-2015 la campagna “Insieme per la prevenzione e la gestione dello stress lavoro-correlato”.

L’argomento si configura sempre più centrale alla luce dell’espansione del lavoro agile, determinando la necessità di rileggere i fattori di contesto e di contenuto ai quali si fa riferimento in letteratura per la valutazione del rischio stress lavoro-correlato. Il carico di lavoro, ad esempio, tra i fattori di contenuto, nel lavoro agile risente del possibile sovraccarico cognitivo: il lavoratore, infatti, può trovarsi a gestire una maggiore quantità di informazioni veicolate da una varietà di strumenti tecnologici che, se da un lato facilitano processi e interazioni, dall’altro dimostrano di avere certamente una velocità superiore alle capacità umane. La disponibilità costante e immediata di dispositivi tecnologici favorisce sempre più fenomeni di multitasking, mentre si dilatano i tempi di lavoro.

Tutto questo ha un impatto non solo sotto il profilo cognitivo, ma anche sulla vita di relazione. Si pensi, ad esempio, al rischio di isolamento sociale di chi lavora tante ore in solitudine da casa, riducendo drasticamente i tempi e le possibilità di confrontarsi con i colleghi in presenza. Da questo punto di vista, l’esperienza di utilizzo di tali tecnologie per lo svolgimento del lavoro dovrebbe essere inserito tra i fattori da considerare per una valutazione più aggiornata del rischio stress nelle organizzazioni, cominciando a considerare l’importanza del fenomeno del technostress (per approfondire si veda qui...).

Il mondo sta cambiando rapidamente, forse troppo. La digitalizzazione e il lavoro agile pongono sfide alle quali bisogna dare risposte esaurienti, perché il benessere dell’individuo sarà sempre più determinato dalla sua relazione con le tecnologie.

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DALLE AZIENDE - "Cura delle foreste per una gestione sostenibile" - a cura di Reputation Agency

Foto di BCP – BioCarbon Partners, Zambia

Il 21 marzo di ogni anno si celebra la giornata internazionale delle foreste istituita dalle Nazioni Unite per sensibilizzare le persone sull’importanza delle foreste e dei boschi e incoraggiare i paesi ad intraprendere iniziative di tutela in questo ambito.
Ogni anno si punta ad approfondire un tema specifico. Nel 2020 il tema scelto è stato “Foreste e biodiversità”, quello di quest’anno è “Ripristino forestale: un percorso verso il recupero e il benessere”.

Coprendo circa il 31% della superficie del Pianeta, le foreste sono vitali per la sua sopravvivenza. Esse forniscono ‘casa’ a buona parte della flora e della fauna e svolgono funzioni di primaria importanza per la terra, dal momento che sono utili a contrastare il cambiamento climatico e contribuiscono alla produzione di cibo ed energia, favorendo così anche il raggiungimento di alcuni dei 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.

Nonostante il riconoscimento del loro valore, le foreste continuano a essere distrutte per mano dell’uomo: dall’estrazione illegale di legname, agli incendi, alla conversione in terreni agricoli e pascoli, a fenomeni di urbanizzazione che sottraggono spazi naturali, diverse sono le minacce a cui sono esposte le foreste. Le conseguenze sono devastanti. Nel solo 2019 si calcola la perdita di quasi 26 milioni di ettari, con una media negli ultimi 50 anni di 12 milioni di ettari di foreste persi ogni anno.

Intanto, con la risoluzione del 1° marzo 2019 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha proclamato quello dal 2021 al 2030 il decennio per la protezione e il ripristino degli ecosistemi in tutto il mondo “The Decade for Ecosystem Restoration”. Si parte dal convincimento che solo attraverso ecosistemi sani è possibile raggiungere efficaci obiettivi di salute e benessere e contrastare adeguatamente i cambiamenti climatici.

Nell’ottica di preservare l’importante ecosistema delle foreste, sempre più si tende ad associare il termine sostenibilità al termine “cura”, mentre associazioni, aziende ed istituzioni si impegnano in azioni di responsabilità sociale attivando progetti ad hoc.

In questa direzione si collocano alcune iniziative Eni di conservazione delle foreste e ripristino degli ecosistemi e della biodiversità, che rappresentano uno dei pilastri della strategia di decarbonizzazione programmata dall’azienda, riconoscendo l’importante e crescente ruolo delle Natural Climate Solutions (NCS) per limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C.

Le attività sviluppate da Eni sono in linea con lo schema REDD+ concepito dalle Nazioni Unite, che prevede attività di conservazione delle foreste con gli obiettivi di ridurre le emissioni e migliorare la capacità di stoccaggio naturale della CO2. Allo stesso tempo viene promosso lo sviluppo delle comunità locali mediante lo sviluppo di attività socioeconomiche in linea con la gestione sostenibile, la valorizzazione delle foreste e la conservazione della biodiversità (https://www.eni.com/it-IT/low-carbon/conservazione-delle-foreste.html).
Considerato il focus di intervento, destinatarie dei progetti di Eni sono principalmente le foreste tropicali, che rappresentano circa il 45% della superficie forestale mondiale e hanno elevate capacità di assorbire e stoccare il carbonio. Nelle iniziative rientrano principalmente i Paesi in via di sviluppo che nelle strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici, sono scientificamente considerati tra i più rilevanti a livello internazionale.
Tali attività si inseriscono nel piano delle strategie aziendali e degli obiettivi operativi di Eni individuati che prevedono, al 2050, di raggiungere la totale decarbonizzazione dei processi e di tutti i prodotti con target intermedi di riduzione delle emissioni assolute del 25% rispetto al 2018 entro il 2030 e del 65% entro il 2040.

Per la realizzazione delle iniziative sono state costruite solide partnership con sviluppatori internazionali riconosciuti quali BioCarbon Partners, Peace Parks Foundation, Terra Global, First Climate e Carbonsink, al fine di sovrintendere ogni fase dei progetti, dalla progettazione all’implementazione fino alla verifica della riduzione delle emissioni.
Nel frattempo, l’Italia si conferma come una delle nazioni dove il verde, rappresentato da boschi e foreste, continua a crescere. Secondo la rilevazione dell’associazione PECF Italia, che promuove un sistema di certificazione forestale nazionale (Programme for Endorsement of Forest Certification schemes), nel 2020 si è registrato un incremento della superficie certificata di 8mila ettari rispetto al 2019.

Nonostante quindi l’anno difficile, segnato dalla pandemia e dalla sfiducia generale, il rapporto tra uomo e natura ha dato un segnale positivo.

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PROGRAMMA IL FUTURO - "Giocolieri del codice... e del proprio futuro" - Francesco Lacchia

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Ogni anno nella prima metà di dicembre si celebra la Settimana di Educazione all’Informatica (CSEdWeek), un’iniziativa internazionale che dal 2013 ha diffuso nel mondo l’Ora del Codice (The Hour of Code), per dare la possibilità ad ogni studente in ogni scuola del mondo di sperimentare almeno un’ora di programmazione. L’obiettivo non è di far diventare tutti dei programmatori informatici, ma di diffondere conoscenze scientifiche di base per la comprensione della moderna società digitale. È necessario che gli studenti apprendano questa cultura scientifica qualunque sia il lavoro che desiderano fare da grandi: medici, avvocati, giornalisti, imprenditori, amministratori, politici, e così via. Inoltre, la conoscenza dei concetti fondamentali dell’informatica aiuta a sviluppare la capacità di risoluzione di problemi e la creatività.

Il principale promotore della Settimana di Educazione all’Informatica è Code.org, organizzazione no profit americana che dal 2013 si impegna in questa missione, con particolare attenzione alle minoranze sottorappresentate. Programma il Futuro è partner internazionale di Code.org e cura l’adattamento dei materiali destinati agli studenti italiani.
Ogni anno – nella settimana in cui ricade l’anniversario della nascita della pioniera dell’informatica Ammiraglio Grace Murray Hopper, 9 dicembre 1906 – si celebra la CSEdWeek, settimana durante la quale si svolgono iniziative finalizzate a coinvolgere il maggior numero di partecipanti all’apprendimento dell’informatica.

Per prepararsi alla Settimana di Educazione all’Informatica del 2020, svoltasi dal 7 al 13 dicembre, il progetto Programma il Futuro ha organizzato un corso di introduzione alla programmazione di giochi in un apposito ambiente di sviluppo di Code.org.
Il corso è stato tenuto dal prof. Enrico Nardelli, coordinatore del progetto Programma il Futuro, dal 12 novembre al 4 dicembre 2020, e si è basato su quattro lezioni online aperte a docenti e studenti che hanno avuto voglia di cimentarsi e divertirsi con questa attività.

Nonostante il livello di questo corso fosse notevolmente superiore a quello di altre iniziative promosse in passato per l’Ora del Codice, si è rivelato un grande successo: la presenza media è stata di circa 150 partecipanti a lezione, con una attiva interazione in chat.
Durante questo corso, il prof. Nardelli ha seguito una metodologia bottom-up che si è basata sulla presentazione di un videogioco già pronto e funzionante, le cui parti sono state dettagliatamente spiegate, modificate ed ampliate durante le lezioni. Nell’affrontare alcuni particolari concetti, l’analisi del gioco è stata accompagnata da una spiegazione teorica e dall’esecuzione di alcuni esercizi propedeutici, tratti dal corso di Code.org che introduce lo specifico ambiente di programmazione Sviluppo Giochi (Game Lab nella versione inglese). Questo ambiente – basato sul linguaggio di programmazione JavaScript – offre enormi potenzialità alla creatività degli studenti.
I partecipanti sono anche stati invitati ad approfondire questi concetti nell’Unità 3 del corso di Code.org Computer Science Discoveries (CSD) destinato alla scuola media. Ad oggi il corso CSD è consultabile solo in inglese, ma nei prossimi mesi sarà reso disponibile l’adattamento in italiano proprio a partire dall’Unità 3.

Il videogioco presentato in queste lezioni è basato sul paradigma tipico in cui il protagonista si muove da sinistra a destra davanti ad uno sfondo. Questo fenomeno è però reso con un’illusione realizzata mantenendo fermo il protagonista e facendo scorrere in senso inverso lo sfondo e gli altri elementi della scena. La dinamica del gioco passa attraverso tre differenti livelli in base al punteggio accumulato che dipende dalla raccolta di energia e dal numero di nemici contro cui il protagonista va a sbattere.
Nel corso delle lezioni è stato spiegato il meccanismo di funzionamento del passaggio tra un livello e l’altro, mediante il seguente grafo:

Immagine2

Ovvero, all’avvio del gioco ci si trova al livello 1 con un punteggio pari a 0, se in qualsiasi momento il punteggio diventa negativo, si passa al livello 0 (sconfitta!), se invece, a forza di raccogliere diamanti (fonte di energia), il punteggio supera la soglia S1, si passa al livello 2 ed il passaggio dal livello 2 al livello 3 segue lo stesso meccanismo. Successivamente, superata la soglia S3 si passa al livello 4 (in questo caso lo sfondo rimane lo stesso) e un testo sullo schermo avverte che è cambiato l’obiettivo del protagonista, che deve ora cercare un nuovo personaggio: la Collezionista che, una volta raggiunta, garantisce la vittoria!

I partecipanti alle lezioni hanno potuto analizzare il funzionamento del gioco aiutandosi anche con un dettagliato schema che evidenzia il legame tra tutte le funzioni che compongono il programma.

I concetti di informatica necessari alla realizzazione di questo programma sono tutti trattati nell’unità 3 del già menzionato corso CSD, ed in particolare: variabili, funzioni, generazione di numeri casuali, istruzioni condizionali, input da tastiera, gestione dei personaggi (sprite) mediante le relative proprietà tramite la notazione con il punto (dot notation), movimento dei personaggi e gestione delle collisioni.

Successivamente alla conclusione del corso il prof. Nardelli ha ulteriormente modificato il gioco, in seguito ad idee e spunti nati durante le lezioni, è così nata una versione ampliata che è possibile trovare insieme a tutte le altre informazioni nella seguente pagina del sito di Programma il Futuro: https://programmailfuturo.it/come/programmazione-di-giochi

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CULTURA E SOCIETÀ - "Valorizzare i borghi per rigenerare il Paese" - a cura della Redazione

borgo di fiume

Due progetti ecosostenibili in Calabria

Ad un anno di distanza dall’inizio della crisi pandemica che ha sconvolto il mondo è sempre più forte la necessità di ripensare i nostri stili di vita e il rapporto con l’Ambiente e i luoghi in cui viviamo. Le misure antivirus – i lunghi lock down in primis – hanno messo in luce anche nuove possibilità spingendo sempre più persone fuori dalle città, in luoghi più piccoli, più verdi, più solidali.
Valorizzare – e salvare – i piccoli comuni, creare le condizioni per il lavoro in smart working può essere un’ottima mossa dalla quale trarranno giovamento anche le città oggi sovraffollate e particolarmente inquinate.

Reputation Today ha deciso di raccontare alcuni piccoli ma significativi progetti per far conoscere il patrimonio dei borghi italiani. In questo numero parliamo del progetto Borgo di Fiume e di Borgo Petelia, entrambi in Calabria.
Il primo progetto si sviluppa grazie ad un movimento etico, Borgoslow (https://borgoslow.it/), nato nel 2017 a Fiumefreddo Bruzio (provincia di Cosenza), un progetto di abitare condiviso, che prevede solidarietà e aiuto reciproco, troppo spesso mancanti in centri abitati più grandi.
L’iniziativa Borgo di Fiume, una realtà che conta circa cento abitanti, si caratterizza per un modello di ospitalità che tutela il territorio, recuperando un patrimonio che sarebbe andato altrimenti irrimediabilmente perduto. Il modello è concepito per offrire agli ospiti l’esperienza di vita di un borgo, l’Albergo Diffuso, avvalendosi di tutti i servizi alberghieri, accoglienza, ristorazione, ecc.
Il progetto si pone l’obiettivo di tutelare il territorio e ripristinare un rapporto armonico e rispettoso tra esseri umani e luoghi naturali, valorizzando il rapporto con la terra e con la natura in generale, ripensando il borgo come un modello di vita sostenibile e solidale sostenuto da un modello di agricoltura sana e genuina.
Una vita lenta (da questo deriva il nome Borgoslow) e condivisa, permeata da una solidarietà e da un aiuto reciproco troppo spesso perso in centri abitativi più grandi. Il progetto ha avuto un lungo respiro e ha dovuto fare un grande lavoro di creazione e riattivazione di comunità, allargandosi al territorio circostante per costruire una rete di borghi che potessero unire le proprie forze verso una progettazione condivisa e che potessero beneficiare della valorizzazione di tutto il territorio circostante.

albergo diffuso borgo petelia le propostePoco distante da Borgo di Fiume, si è sviluppato un altro progetto di accoglienza diffusa e rigenerazione urbana, quello di Borgo Petelia a Strongoli.
La rinascita di questo paese, fondamentale per la rivitalizzazione di tutta l’area circostante, si è avviata grazie alla collaborazione tra i cittadini e la società Neaitos, uno spin-off di Ricerca dell’Università di Perugia, nata nell’ambito del settore di urbanistica della Facoltà di Ingegneria.
Attraverso uno studio dell’area di Strongoli, sia da un punto di vista naturalistico che di patrimonio artistico esistente, si è pian piano recuperato ciò che era presente, a partire dagli edifici fino ad arrivare alle risorse naturali, agrarie e culturali della zona.
Il progetto ha dato vita all’Albergo diffuso di Borgo Petelia, dove i turisti possono alloggiare nelle diverse case messe a disposizione dagli abitanti all’interno del Borgo.

L’esistenza sul territorio di realtà simili sta dando vita a molte buone pratiche in cui l’ospitalità diffusa è l’elemento da cui ripartire per rigenerare i luoghi e creare connessioni culturali e sociali.
L’obiettivo è quello di portare all’attenzione delle istituzioni una parte rilevante del nostro Paese generalmente invisibile, in quanto fuori dagli itinerari turistici più noti, e valorizzare quanto di buono il borgo può dare in termini di patrimonio artistico, naturale e architettonico ma anche di benessere umano e sociale.
Creare una comunità che vada oltre i confini dei borghi e si stringa intorno all’idea di rigenerazione urbana, ma anche sociale e culturale, rappresenta uno strumento importante per far sentire la propria voce, soprattutto in un momento in cui il distanziamento fisico sta producendo profondi cambiamenti nelle modalità di vivere il quotidiano e le relazioni.

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Eni Chiara
  

IDEE DI VIAGGIO - "Sant’Angelo, il paese magico" - a cura della Redazione

Sant'Angelo

Rubrica dedicata alla valorizzazione di luoghi del nostro territorio che abbiamo visitato o eventi ai quali abbiamo partecipato. Ripartire dal territorio e dal nostro patrimonio storico, artistico e culturale è un modo per riconnettersi con la bellezza e aprire la mente a nuove esperienze.

Quando finalmente si potrà ricominciare a viaggiare e visitare le bellezze del nostro Paese, consigliamo di fare tappa a Sant’Angelo di Roccalvecce, un luogo davvero senza tempo, a soli 20 minuti da Viterbo. Un paese magico, con murales bellissimi che descrivono i personaggi di fiabe amati da bambini ma anche dagli adulti. Quale migliore occasione per ricordare l’infanzia e vivere una giornata in completo relax?

L’originalità di questo borgo è proprio nella magia che respirano i visitatori: passeggiando tra le vie ci si imbatte nella Piccola fiammiferaia o nel Bianconiglio di Alice nel Paese delle meraviglie, ci si trova di fronte alla casetta di marzapane di Hansel e Gretel, si prova ad estrarre la Spada nella roccia, si segue il Pifferaio magico.
Con il tempo il numero dei murales realizzati è cresciuto ed il progetto continua, mantenendo la cura nei dettagli e fondendo arte e fantasia.

L’idea davvero innovativa di trasformare questo luogo in un progetto artistico di grandissime dimensioni è dell’Associazione Culturale Arte e Spettacolo (ACAS), presieduta da Gianluca Chiovelli.
Info: https://visit.viterbo.it/benvenuti-a-santangelo-il-paese-delle-fiabe/

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francoangeli
  

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REPUTATION today - anno VII, numero 28, marzo 2021

Direttore Responsabile: Giuseppe De Paoli
Responsabile Scientifico: Isabella Corradini
Responsabile area Sistemi e Tecnologie: Enrico Nardelli
Redazione: Ileana Moriconi
Grafica: Paolo Alberti

Pubblicazione trimestrale registrata presso il Tribunale di Roma il 13/02/2014 n. 14

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