“La diversità significa ricchezza, creatività, accettazione”. Parola di Tim Burton, che meno di un mese fa ha proposto con sorprendente successo una sua esposizione creata appositamente per il Museo del Cinema di Torino. Parole validissime anche per descrivere l’attività del Museo (inaugurato il 19 luglio del 2000) che oggi si può considerare una delle più importanti realtà del genere, non solo in Italia.
Il Museo offre un enorme patrimonio di filmati, reperti di scena, libri, dischi e propone la presenza attiva sul territorio con i festival cinematografici, incontri e le master class con artisti di fama internazionale in grado di trasmettere grandi significati.
Una realtà non statica, che guarda al futuro e alle tecnologie, tanto da far uso della realtà aumentata, della realtà virtuale interattiva, dell’intelligenza artificiale ed è diventato via via sempre più importante nel panorama culturale del Paese.
Enzo Ghigo, presidente del Museo Nazionale del Cinema
Quali sono le ricadute sul territorio del Museo Nazionale del Cinema?
Dal punto di vista numerico, è presto detto: 755.000 visitatori nell’anno 2023, che è stato l’anno record. Abbiamo avuto un numero di visitatori medio nel corso di questi ultimi vent’anni che si aggira tra i 500 e 600 mila visitatori all’anno. Siamo l’ottavo museo più visitato a livello nazionale e siamo chiaramente il secondo nella città di Torino. Ma è bene ricordare che il Museo Nazionale del Cinema non è solo un museo del cinema, ma ha ben anche tre festival: CinemAmbiente, Lovers Film Festival e Torino Film Festival. Tre eventi che sono tre veri e propri festival che partono da aprile per quanto riguarda Lovers, per poi passare a giugno per Cinemambiente e a novembre con il Torino Film Festival.
È una ricaduta costante anche sul territorio, che ci viene riconosciuta sia dal punto dei flussi, sia dai dati che le varie associazioni di categoria, dagli albergatori ai commercianti, ci riconoscono e apprezzano le iniziative che noi svolgiamo, tipo la grande mostra di Tim Burton.
Il Ministero aveva espresso la volontà di entrare nel Comitato di Gestione.
È una procedura che richiede del tempo. Noi accettiamo a braccia aperte il Ministero nell’ambito dei soci fondatori.
Questo deve avvenire attraverso una modifica di statuto che già stiamo discutendo con i soci fondatori, Comune e Regione, e gli altri partner, Fondazione CRT, Compagnia di San Paolo e GTT che hanno già espresso parere positivo alle modifiche di statuto.
Io credo che il Museo Nazionale del Cinema debba necessariamente avere al suo interno anche il Ministero dei Beni Culturali, così è anche il desiderio del Ministro Sangiuliano, e credo che questo aspetto possa garantire al nostro museo un posizionamento istituzionale importante e porterà anche un contributo di tipo economico che servirà per sviluppare nuovi aspetti del percorso espositivo del Museo.
Domenico De Gaetano, direttore del Museo Nazionale del Cinema
Quanto è importante il legame con le nuove tecnologie?
Il cinema è da sempre l’arte più strettamente legata alla tecnologia, quindi all’innovazione tecnologica. Non per niente ogni volta che c’è un’innovazione tecnologica da una parte, c’è sempre un ripensamento anche proprio del cinema, del linguaggio cinematografico dall’altra. L’ultimo trauma o shock tecnologico che sta vivendo il cinema è quello dell’intelligenza artificiale, alla quale il museo si è già aperto con l’inserimento della realtà virtuale, con le due salette VR, il videomapping, il metaverso e i videogiochi, perché il nostro è anche un museo di arte contemporanea.
Quali i prossimi passi verso il futuro?
Quello più immediato è sicuramente l’apertura da parte del Museo verso il mondo dei videogiochi un mondo che si sta sviluppando velocemente e popuò dirsi, in un certo senso, un’evoluzione del cinema stesso. Quindi l’idea è di sviluppare e approfondire il rapporto e cinema e videogiochi coinvolgendo anche i qrandi designer del settore. David Cage è il primo, e sarà presenta all’inaugurazione del 2 luglio 2024 del VIDEO GAME ZONE, la nuova area dell’allestimento permanente dedicata al videogioco. Con questa apertura, per noi è come entrare in un nuovo mondo e siamo sicuri che pure per i visitatori sarà un modo per scoprire altri orizzonti e una diversa visione della realtà.
Oltre che essere un museo di arte contemporanea, noi siamo comunque un museo del cinema e quindi un museo “archeologico” che espone oggetti che in qualche modo raccontano storie e che hanno storie da raccontare sui film, sui registi, sugli attori.
Ci sembrava interessante anche documentare il cinema americano hollywoodiano degli ultimi quarant’anni, esponendo dei props, cioè oggetti di scena originali per un certo tipo di cinema e toccando diversi generi, da Man in Black a Harry Potter, da Guerre Stellari all’Uomo Ragno, dai guantoni di Sylvester Stallone alla bacchetta di Harry Potter. Vi aspettiamo.