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Mercoledì, 10 Giugno 2015 18:08

Dalla crescita scientifica dei giovani al bricolage digitale: l'esempio di Intel

Intervista a Carlo Parmeggiani, Direttore Public Sector Intel Sud Europa

di Reputation Agency.

Pubblicata sul numero 5/2015 di Reputation Today

Da circa 16 anni si svolgono delle olimpiadi un po' particolari all'International Science and Engineering Fair (ISEF). Promosso dalla Society for Science & the Public con Intel, l’ Intel ISEF  è il più importante concorso scientifico del mondo rivolto agli studenti delle scuole superiori, che offre a migliaia di giovani l’opportunità di riunirsi per condividere idee, presentare progetti scientifici all’avanguardia e concorrere per vincere borse di studio. L’edizione 2015 ha attirato a Pittsburgh, in Pennsylvania, più di 1.700 giovani scienziati di quasi 75 paesi - tra cui l’Italia - impegnati a concorrere per vincere 4 milioni di dollari in borse di studio e premi. In Italia, Intel sponsorizza l’unica fiera nazionale affiliata alla ISEF Americana: “I Giovani e le Scienze” promossa da FAST (Federazione delle Associazioni Scientifiche e Tecniche). Tutti i progetti fin qui realizzati hanno dimostrato la capacità della tecnologia di arricchire l’insegnamento e formare le nuove generazioni ad un utilizzo consapevole e proficuo dell’informatica.

Intel è lo sponsor di questa iniziativa che evidenzia la sua particolare attenzione al mondo dell'Education. Come ulteriore esempio della sua attenzione alle tematiche dell'education vi è il recente sviluppo della scheda Galileo.

La scheda Intel Galileo è frutto della collaborazione tra la multinazionale dell'elettronica e Massimo Banzi, l'inventore italiano di quella scheda Arduino che ha aperto la strada al movimento dei cosiddetti "makers", cioè di quegli appassionati che si dedicano  al bricolage digitale. Con Galileo è infatti possibile realizzare, rapidamente ed a bassi costi, progetti che "animano" le cose intorno a noi e le rendono in grado di interagire. E' uno strumento ideale per appassionati del "fai da te", designer, artisti, ed in generale tutti coloro che non hanno una specifica formazione tecnologica. Intel ne sta distribuendo 50.000 in tutto il mondo.

Per approfondire l'impegno di Intel su questa tematica intervistiamo Carlo Parmeggiani, Direttore Public Sector di Intel Sud Europa e responsabile dei progetti educativi dell’azienda per la stessa area.

Qual è il ruolo, nell'ambito della strategia di Intel, dello sviluppo della scheda Galileo?

“Con l’introduzione delle board Intel® Galileo e poi di Intel®  Edison, Intel ha voluto offrire all’intero mercato e alla vastissima  community dei maker, in Italia e all’estero, uno strumento al tempo  stesso potente e flessibile per dare intelligenza artificiale agli  oggetti e alle invenzioni più disparate. Entrambe le tecnologie  possono infatti essere integrate in strumenti ed oggetti di uso  comune avendo dimensioni molto contenute, soprattutto nel caso di Edison, cambiando radicalmente il nostro rapporto con la realtà che ci circonda, il modo con cui ci rapportiamo con il contesto, ancora  il nostro accesso alle informazioni. Da sempre Intel lavora alla  creazione di un sorta di ‘compute continuum’, ovvero ad uno scenario dove ogni elemento della realtà – che siano gli occhiali, un’auto,  l’orologio, … - possa essere interconnesso ed interagire senza soluzione di continuità con le persone, in modo semplice e intuitivo, addirittura naturale. La scheda Edis non va in questa direzione, così come la board Intel Galileo, che ha dalla sua una  caratteristica in più: permettere a chiunque di dare sfogo alla propria creatività ed inventiva, e produrre innovazione”.

Recentemente, Intel ha presentato la Edison, una scheda grande quanto una SD. Un oggetto più piccolo di un francobollo ma con grandi potenzialità, ce le può descrivere?

“Intel ha realizzato un PC così piccolo da avere le dimensioni di  una scheda SD. Basato su tecnologia Intel® Quark™ a 22 nm – un chip  dalle dimensioni di un bottone –, l’Intel Edison racchiude infatti in uno spazio minuscolo  tutte le potenzialità di un classico computer e funzionalità wireless. Questa piattaforma tecnologica è ideale per consentire rapidità di innovazione e sviluppo di prodotti da parte di una vasta gamma di inventori, imprenditori e progettisti di prodotti rivolti al consumatore finale. È ideale per dispositivi ultra piccoli, a basso consumo e dotati di sensori dell' ‘Internet delle Cose’, prodotti consumer intelligenti e tecnologia indossabile”.

Avete messo a disposizione delle scuole di Programma il Futuro, progetto del quale siete partner, 50 schede Galileo. Quali sono le vostre aspettative in termini di realizzazioni da parte delle scuole?

“La board Intel Galileo è uno strumento accessibile a tutti. Nelle mani giuste può dare vita a progetti sensazionali, capaci di stupire. L’abbiamo visto più volte in occasione delle varie Maker Faire in giro per il mondo e nelle due che si cono finora tenute a Roma, ma anche in contest internazionali come, tra i più recenti, la competizione Make it Wearable, dove giovani designer ed inventori hanno dato vita a tecnologie indossabili affascinanti ed innovative. La scheda Intel Galileo ha proprio la virtù di liberare l’inventiva di tutti. Con una minima conoscenza dei meccanismi di funzionamento di tale scheda e dell’ informatica in generale, si può dare vita ed intelligenza a progetti complessi, trasformando sogni in realtà, fantasie in oggetti interattivi di uso comune. Questa caratteristica unita all’intraprendenza e alla voglia di sperimentare dei giovani può tradursi in un mix esplosivo, che speriamo possa sorprenderci anche nel quadro di ‘Programma il Futuro’, e renderci orgogliosi del premio che abbiamo messo in palio”.

Quali altre "sorprese" ci riserva Intel per l'istruzione dei giovani nel prossimo futuro?

“Lavoriamo in un mercato, quello delle tecnologie, che fortunatamente non lesina mai sorprese, a tutti i livelli. Come Intel stiamo lavorando in molte direzioni anche nel campo della scuola e della didattica innovativa. Alcune delle novità più recenti che abbiamo introdotto sul mercato, come la tecnologia Intel® RealSense™,avranno presto applicazioni immediate anche tra i banchi delle classi italiane. La sorpresa più grande sarebbe vedere però presto una scuola italiana davvero 2.0, al passo con i tempi, aperta non solo alla tecnologia, ma ad un nuovo modo di intendere la didattica e il dialogo con le nuove generazioni di nativi “iperdigitali”, capace di coinvolgerli con un linguaggio mutuato dalla multimedialità e dall’immediatezza del Web, ma in grado di valorizzare la ricchezza di contenuti e la capacità di approfondimento che la nostra scuola ha sempre saputo esprimere. ‘Programma il Futuro’ aggiunge un tassello importante in questa direzione, porta l’informatica inclasse con tutte le sue potenzialità, ma ancora molto rimane da fare. Come Intel, anche in Italia, non ci tireremo certo indietro”.

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