Stampa questa pagina
Mercoledì, 09 Marzo 2016 20:00

Samsung per l’innovazione digitale, volano di sviluppo e occupazione

Intervista a Mario Levratto, Head of Marketing & External Relations di Samsung Electronics Italia

a cura di Reputation Agency.

Pubblicata sul numero 8/2016 di Reputation Today

"Contribuire attraverso l’innovazione allo sviluppo sociale, culturale ed economico dei Paesi e offrire ai giovani opportunità di lavoro qualificate e quindi un futuro migliore”. Così Mario Levratto, head of marketing & external relations di Samsung Electronics Italia, spiega le ragioni che da anni spingono l’azienda – leader a livello internazionale nel settore delle telecomunicazioni e dell’ITC – ad investire nella formazione di giovani e adulti. Una delle declinazioni attraverso cui Samsung esprime l’adesione ad un principio di responsabilità sociale nell’agire d’impresa, che si concretizza stavolta nella promozione di progetti indirizzati a studenti di scuole e università, a neolaureati e disoccupati, finalizzati a supportare lo sviluppo di skills ICT e in ambito digitale. Ma cosa significa, nel concreto, promuovere una nuova cultura digitale? Lo abbiamo chiesto proprio al manager Samsung:


“Significa portare i benefici della tecnologia a tutti i livelli e in diversi ambiti: dall’educazione all’arte, dalla cultura allo sport. Ormai la tecnologia digitale è talmente parte integrante della nostra vita che non accettiamo, e soprattutto i nativi digitali, situazioni analogiche. Se un bambino a casa fa tutto su un tablet, non possiamo pensare che si entusiasmi a studiare a memoria un contenuto su un libro. Se siamo abituati ad approfondire in tempo reale qualsiasi informazione, non possiamo pensare che di fronte ad un’opera artistica, che sia un dipinto o una statua, non ci sia un supporto digitale per capirne la storia, i mutamenti e le trasformazioni”.

Levratto, tra i progetti più apprezzati c’è Smart Future, che Samsung ha realizzato in collaborazione con il Ministero dell’Università e della Ricerca e portato nelle scuole italiane nel 2014 e nel 2015. Di cosa si tratta?

“È il nostro primo e più importante progetto nell’ambito scuola. Abbiamo lavorato al fianco del MIUR per andare a portare la nostra tecnologia in circa 100 scuole primarie e secondarie di primo grado italiane con l’obiettivo di portare una nuova cultura digitale in ambito scolastico. Crediamo che solo da un confronto costruttivo con le istituzioni possa nascere un concreto sostegno all’innovazione, leva fondamentale per la crescita culturale, sociale ed economica del nostro Paese. La nostra volontà è di continuare a collaborare a fianco del MIUR per contribuire ad avere una scuola che stimoli la produzione, la fruizione e la condivisione di contenuti digitali e permetta di ripensare le modalità di apprendimento allargandone gli orizzonti e offrendo agli studenti la possibilità di acquisire competenze evolute che li rendano competitivi nel mercato globale”.

Non si tratta dunque solo di equipaggiare le scuole con laboratori e strumenti tecnologici avanzati, ma di favorire nuove modalità di pensiero e programmazione?

“Nell’insieme Smart Future prevede non solo la dotazione tecnologica delle classi, ma anche la formazione specifica per i docenti, con l’obiettivo di migliorare le modalità di insegnamento e quindi di apprendimento da parte degli studenti. In collaborazione con il CREMIT (Centro di Ricerca sull’Educazione ai Media, all’Informazione e alla Tecnologia) dell’Università Cattolica di Milano, abbiamo avviato un corso di formazione indirizzato agli insegnanti parte dell’iniziativa provenienti da tutta Italia, che li sta portando a ricoprire la figura di educational ambassador, con il compito di supportare altri insegnanti di altre scuole, promuovendo così il processo di rinnovamento dell’istruzione italiana”.

Perché sia nota ad un pubblico più vasto, l’esperienza è stata raccontata in un libro...

“La prima fase del progetto ha visto la creazione di un Osservatorio sui Media Digitali a Scuola condotto presso il CREMIT, che si è occupato di svolgere un’indagine sulla scuola italiana alle prese con la digitalizzazione e di monitorare tutto il processo di dotazione tecnologica, formazione degli insegnanti e intervento nelle classi. I risultati dell’osservatorio sono stati molto interessanti e positivi e per questo abbiamo deciso di pubblicarli in un libro che prende il nome dello stesso progetto: Smart Future. Nel libro vengono evidenziati i benefici che il digitale può portare nel processo di apprendimento: li divulghiamo presso un pubblico più ampio per promuovere così una cultura dell’innovazione in Italia”.

I ragazzi sono i destinatari più immediati di questo intervento, ma nell’implementazione di questo nuovo sistema di apprendimento è emerso il ruolo fondamentale dell’insegnante. In questo ambito specifico, che funzione ha?

“L’insegnante rimane fondamentale nel sistema di apprendimento e la tecnologia non vuole certo sostituirsi alla sua figura, ma essere un abilitatore della sua funzione. I dispositivi digitali devono aiutarlo a svolgere sempre meglio il proprio lavoro ed è per questo che abbiamo voluto accompagnarlo in questa sperimentazione: formazione tecnica, formazione didattica, momenti di incontro con altri insegnanti e una community di insegnanti on line per condividere commenti, spunti e contenuti didattici”.

Anche il progetto Programma il Futuro, che vi vede partner insieme al MIUR e al CINI, e che per il secondo anno ha portato il coding nelle scuole italiane, propone un modello di apprendimento che sfrutta i principi della programmazione informatica. L’iniziativa ha suscitato grande entusiasmo fra i ragazzi, gli insegnanti e non meno fra diversi parlamentari...

“Programma il Futuro è un altro esempio di collaborazione virtuosa tra le istituzioni e le aziende private. Assieme ad altre aziende siamo partner del progetto che vuole portare il coding e il pensiero computazionale nelle scuole. E ci sta riuscendo, a vedere i numeri delle scuole coinvolte. Vorrei anche aggiungere che per sensibilizzare ulteriormente studenti, insegnanti e genitori alla tematica del coding abbiamo anche promosso un progetto che si chiama Smart Coding e che va proprio in questa direzione”.

Tra gli altri progetti Samsung App Accademy è dedicato ai ventenni e trentenni. In sostanza un concorso per la creazione di applicazioni per smartphone. Quali spunti interessanti ha prodotto?

“È un progetto di formazione professionale unico nel suo genere ideato da Samsung in collaborazione con il MIP, la Business School del Politecnico di Milano, e DEIB, il Dipartimento di Elettronica Informazione e Bioingegneria dell’Ateneo, che offre la possibilità a giovani di talento senza occupazione di imparare a sviluppare app Android. Siamo alla seconda edizione, per un coinvolgimento di circa 55 studenti in totale e l’obiettivo è quello di facilitare l’ingresso in un mercato del lavoro sempre più digitale, competitivo e globalizzato. Focus di questa seconda edizione sono l’Internet delle Cose e la Tecnologia Indossabile, due trend tecnologici che stanno guidando l’innovazione e rivoluzionando le nostre abitudini, nella vita privata e professionale”.

Se i giovani sono il futuro e investire sulla loro formazione ha valore strategico, il presente è popolato da tanti “ex-giovani” che hanno piacere e diritto a percorrere le autostrade digitali. Samsung ha pensato anche a loro, con l’iniziativa ABC Digital. Come è andata?

“ABC Digital è un progetto davvero interessante che vuole portare la conoscenza della tecnologia alle generazioni meno giovani, ovvero gli over 60. Il tutto attraverso il coinvolgimento dei più giovani, ovvero studenti delle scuole secondarie superiori. È un progetto che ci ha entusiasmato da subito e che quindi ha visto il nostro coinvolgimento, oltre a quello di altre aziende e questo ha permesso di raggiungere numeri davvero importanti. Anche in questo caso la collaborazione con altre aziende e con le istituzioni è risultata vincente».

“Le tecnologie – lei ha affermato recentemente – hanno un forte potenziale inclusivo, evidente a molteplici livelli”. Può fare degli esempi?

“Ne faccio uno: le scuole in ospedale. Abbiamo coinvolto nel progetto Smart Future anche le scuole che hanno un presidio ospedaliero, per dimostrare come la tecnologia nella didattica si riveli particolarmente efficace nel caso di alunni costretti all’ospedalizzazione. Il traguardo da raggiungere non è solo in termini formativi, ma anche psicologici: grazie alla possibilità di rimanere “connessi” con i propri compagni, i ragazzi continuano a studiare, sentendosi parte di un gruppo e di un progetto, aspetti importantissimi che possono contribuire a mantenere alto il morale durante la dura prova della malattia”.

Tra l’altro lo sviluppo delle tecnologie digitali ha favorito e favorirà in misura sempre più consistente la creazione di posti di lavoro: è lo sviluppo di quella “digital economy” che contribuisce con percentuali crescenti al computo del PIL in ogni Paese. Un investimento da consigliare a giovani, imprese, nazioni?

“Viviamo in un Paese dove ci sono circa 40 milioni di smartphone e 10 milioni di tablet e dove la mobile economy è in costante crescita. Non solo: in Italia ci sono già 8 milioni di oggetti connessi e l’Internet delle Cose sta diventando una vera e propria realtà, nonché opportunità per tutti. È innegabile quindi che, per affrontare il cambiamento verso una società e un mercato sempre più digitali, occorrano una preparazione adeguata e competenze in linea con questi trend. Per questo Samsung vuole aiutare i giovani talenti italiani ad acquisire nuove competenze allineate all’evoluzione del mercato, per poter essere competitivi e contribuire alla rivoluzione digitale nel nostro Paese”.

Per concludere, una valutazione d’insieme. L’impegno di Samsung per una “educazione del XXI secolo” ha inciso sulla percezione dell’azienda fra i consumatori, gli interlocutori, l’universo dell’impresa in generale?

“Assolutamente sì ma farei un discorso più generale. Il 2016 rappresenta 25 anni di attività di Samsung in Italia. Negli ultimi anni siamo passati da una dimensione prettamente commerciale ad una di vera e propria azienda che ha assunto un preciso impegno in questo Paese: guidare l’evoluzione digitale nei diversi ambiti socio-economici, dalla scuola al lavoro, dalla sanità al mondo business. Non solo diffondendo l’utilizzo dei media digitali ma promuovendo una vera e propria cultura dell’innovazione, in collaborazione con i diversi interlocutori istituzionali. Di qui la creazione del Samsung District che vuole essere un vero e proprio centro tecnologico che promuove la digitalizzazione di Milano e dell’intero Paese”.

X

Right Click

No right click